Buttafuoco ad Agrigento Capitale: “Liberiamoci dalla sindrome degli eventi”
“Liberiamoci dalla sindrome degli eventi e concentriamoci su quello che possiamo lasciare a chi verrà dopo di noi”. Così il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, ieri, 27 giugno, a Villa Genuardi, assieme a Debora Rossi, responsabile dell’Archivio Storico della Biennale, per la presentazione della rinata rivista della prestigiosa Fondazione, ha esortato i presenti, e con loro tutti gli agrigentini, a guardare oltre il mero fatto dell’occasione. Senza scendere nel merito di polemica alcuna per Agrigento Capitale Italiana della Cultura, il presidente – che pure aveva, a suo tempo, invocato il commissariamento – si è concentrato più sugli effetti a lungo termine del proprio operato, che su quelli a breve.
L’incontro, fortemente voluto dal presidente del Polo Territoriale Universitario di Agrigento, Giovanni Francesco Tuzzolino, e patrocinato, fra gli altri, dall’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento, si è tenuto nell’Aula Magna del Polo, alla presenza del presidente Tuzzolino che ha introdotto e moderato l’evento, del sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, della presidente della Fondazione Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, del presidente dell’Ordine degli Architetti, Rino La Mendola, che hanno portato un saluto.
Debora Rossi, direttore editoriale, ha illustrato la genesi e l’evoluzione della storica rivista edita da La Biennale di Venezia che rinasce dopo cinquantatré anni dalla sua ultima pubblicazione. Nonostante le prime uscite fossero già dei pregiati volumi da collezione, ieri al Polo Universitario è stato presentato il secondo numero del 2025, intitolato “Anteguerra”. Il lavoro è frutto di una selezione attenta di materiali provenienti dall’Archivio e da campagne fotografiche condotte su scala nazionale e internazionale. Pubblicata con cadenza trimestrale, a partire dall’ultimo trimestre del 2024, ogni uscita è costruita attorno a un tema monografico che mette in relazione le diverse discipline che identificano la Biennale di Venezia: arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema. Tutto all’insegna dell’interdisciplinarità. Spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro.
“La rivista è un’architettura che contiene percorsi, sogni, centralità”, ha commentato Tuzzolino, “vivere dentro questo paesaggio è un’operazione intelligente. Vi sono dei racconti paralleli: fotografia, architettura, scrittura. Dove persino gli spazi vuoti mettono in moto nuovi fermenti e nuove entropie. È un andare verso…“.
Un potenziale “mostruoso nel senso latino del termine”, è stato invece definito da Buttafuoco quello dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale. E lo stesso presidente, riallacciandosi agli input di Tuzzolino nel discorso di apertura, ha sentenziato: “ognuno di noi ha delle responsabilità, e io non posso fare finta di non essere quello che sono. Un siciliano!”. E da lì, a sottolineare le “coincidenze”, Architettura e Agrigento che si incontrano a Villa Genuardi e che “coinvolgono la mia persona e il mio ruolo nel momento in cui Agrigento si confronta con se stessa“. E poi ha esortato, in virtù delle “professionalità di altissimo livello presenti” a “restituire lo spazio alla città”, con un pensiero ai giovani. E precisa che, a Venezia, “il cuore della mostra non coincide con piazza S. Marco“, snocciolando poi il discorso sul fatto che Agrigento non è solo Valle dei Templi, ma un insieme di luoghi altrettanto validi. “Occorre complicità”.
Forti di un fatto incontrovertibile: “mentre cadono i ponti in cemento, al tempo della transizione digitale, la solidità della pietra svetta sulle macerie della modernità immanente. Le pietre solide stanno a guardare. Metteteci il genio e l’ingegno affinché tutto duri!”.
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